COMUNICATO STAMPA
La Disfunzione Lacrimale (che sostituisce il termine molto noto di "occhio secco") è tra le condizioni patologiche più frequenti in Oftalmologia: colpisce un po' tutte le età, con particolare incidenza nella popolazione di adulti con età superiore ai 40 anni, in cui circa il 20% è affetto da tale disturbo.
La disfunzione lacrimale si configura quindi come una patologia emergente, legata all'aumento delle cause che più spesso ne determinano l'insorgenza, come, per esempio, l'inquinamento atmosferico, l'impiego sempre più massiccio del supporto audiovisivo, il diffondersi di alcune terapie e metodiche chirurgiche, direttamente correlate anche all'allungamento dell'aspettativa di vita.
Il Dry Eye WorkShop (DEWS) del 2007, definisce la disfunzione lacrimale come una malattia multifattoriale delle lacrime e della superficie oculare, che produce disagio soggettivo, disturbi della visione e instabilità del film lacrimale, con una possibile associazione ad infiammazione della superficie oculare.
Tra le cause più gravi di disfunzione lacrimale, possiamo annoverare la Sindrome di Sjogren, che colpisce le ghiandole lacrimali e salivari su base autoimmunitaria. Questa costituisce sicuramente una causa tra le più note e studiate, ma si stanno sempre più evidenziando forme legate allo stile di vita e all'attività lavorativa.
Nel viaggiatore, ad esempio l'effetto del condizionamento dell'aria è in grado di scatenare sintomi e fenomeni di disfunzione lacrimale, come in soggetti sottoposti all'effetto del condizionamento forzato (assistenti di volo, lavoratori dell'industria…), in cui il film lacrimale è indotto ad una continua evaporazione. Nell'impiego del computer (ma non solo: videogiochi, monitor, palmari…), la disfunzione lacrimale è indotta dalla riduzione del ritmo dell'ammiccamento.
Lo stesso disturbo, anche con differenti meccanismi fisiopatologici, si può riscontrare nel soggetto affetto da allergia cronica oculare (Beaver Dam), nelle donne in perimenopausa, nel paziente in terapia sistemica (con antiipertensivi, antidepressivi, ansiolitici, diuretici, anticoncezionali…), nel paziente con blefarite, nel portatore di lenti a contatto (circa il 50% di tali soggetti), nel paziente con malattia reumatica, in terapia antiglaucomatosa ed infine in quello operato di chirurgia refrattiva.
L'istituzione di un Registro, viene ad avere così una rilevanza sociale, oltre che clinica: per la prima volta in Europa e al Mondo, si vuole fotografare, monitorare nel tempo e gestire questo fenomeno.
Il Paziente affetto da Disfunzione Lacrimale, valutato da un network di Centri Oftalmologici, viene censito, inserendo i dati di rilevanza anagrafica, anamnestica e clinica in una Cartella Clinica Web Based, a cui solo l'Oculista autorizzato ha accesso.
Il Registro sarà quindi un database aggiornato che permetterà di valutare in tempo reale la disfunzione lacrimale, la sua rilevanza, la sua incidenza, di affinare l'approccio al paziente e monitorare il fenomeno in modo costante e omogeneo.
I vantaggi per il Paziente deriveranno dalla valutazione dell'enorme patrimonio di dati così raccolto, dal fatto che potrà essere seguito su tutto il territorio nazionale, attraverso il network e dall'abbattimento dei costi derivanti da sovrapposizioni diagnostiche o terapeutiche incongrue.
I vantaggi per l'Oculista ed il Ricercatore saranno insiti nel patrimonio di dati epidemiologici così raccolti, nel poter disporre di dati clinici completi nel momento dell'afferenza del Paziente al Centro e nel minimizzare ed ottimizzare sia l'approccio diagnostico, che terapeutico. (22.Apr.2009)